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Martin Shkreli e la truffa da 15 milioni di dollari sull’album di Kanye West

L’ultimo album di Kanye West, The Life of Pablo, ha fatto discutere molto: prima per aver cambiato titolo diverse volte, poi per lo strano evento posh al Madison Square Garden di New York con cui è stato presentato (noi ne abbiamo parlato qui). A quanto riporta il magazine britannico NME, l’ultimo disco di Kanye è protagonista anche di una storia molto singolare che chiama in causa Martin Shkreli, l’istrionico “Big Pharma boy” di recente ascoltato dal Congresso americano perché accusato di frode finanziaria.

Shkreli è un appassionato di dischi rap e hip hop, come dimostra il suo acquisto di Once Upon a time in Shaolin del Wu-Tang Clan per 2 milioni. L’ex dirigente dell’industria farmaceutica americana di recente aveva indirizzato lo sguardo verso Kanye West, offrendo al produttore 10 milioni di dollari per non pubblicare il suo nuovo album: «I have been a tremendous fan of your music for many years», ha scritto Shkreli in una missiva poi pubblicata dallo stesso su Twitter l’11 febbraio scorso.


Tanta era la voglia di Shkreli di avere in esclusiva il nuovo lavoro di Kanye West che sabato l’offerta è stata aumentata a 15 milioni. A questo punto, però, è successo l’imprevedibile: il giovane ex Ceo dice di essere stato raggirato da una persona che si è finta emissario del rapper, venendo di fatto truffato e derubato di 15 milioni di dollari. «SOMEONE NAMED DAQUAN SAID HE WAS KANYES BOY AND I SIGND THE DEAL TO BUY PALBO AND SENT THE BITCOIN. CALL THE POLICE THIS IS BULSHIT», ha twittato Shkreli il giorno di San Valentino.

Ma anche questa storia ha un lieto fine: dopo aver contattato Sitoshi, il creatore dei Bitcoin – la valuta digitale utilizzata per il pagamento – Shkreli ha annunciato di aver ricevuto un aiuto decisivo nel rintracciare i suoi soldi.

Immagine: Martin Shkreli testimonia davanti al Congresso (Mark Wilson/Getty Images)