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L’arte spontanea delle proteste di Hong Kong

Le zone interessate dalle proteste antigovernative di Hong Kong, cioè il cuore pulsante finanziario della metropoli asiatica, in queste due settimane di protesta hanno prodotto anche opere d’arte. L’ombrello, in particolare, è l’oggetto-simbolo più rappresentato, essendo presto diventato l’icona più riconoscibile della protesta a livello mondiale (come spiegavamo, la genesi della simbologia è in realtà semplice: i manifestanti hanno usato gli ombrelli per resistere ai lacrimogeni usati dalle forze di polizia di Hong Kong).

L’opera di spicco della gente di Occupy è proprio “Umbrella Man”, una scultura di 3, 60 metri costruita a partire da pannelli di legno che, per l’appunto, mostra una persona intenta a brandire con fermezza un ombrello giallo. Per qualcuno è già diventata l’equivalente della statua alla dea della democrazia, eretta durante i moti di piazza Tiananmen nel 1989. Oltre al fatto che quest’ultima era molto più alta (circa 10 metri), tuttavia, il parallelo tra le due proteste non regge poi molto.

Un altro prodotto artistico ispirato da Occupy Central è “Umbrella Patchwork”, il frutto del lavoro di una cinquantina di studenti della Hong Kong Baptist University: si tratta dei rimasugli degli ombrelli usati dai manifestanti per difendersi, cuciti insieme fino a formare una copertura delle dimensioni di 10×10 metri che al momento è sospesa sopra a un ponte pedonale vicino agli uffici governativi. «Simboleggia l’unità e la buona fede della gente di Hong Kong in questa lotta pacifica per la democrazia», ha dichiarato in merito Ho Siu Kee, l’insegnante responsabile del progetto.

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