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La dura vita del mini fotoreporter Lego

Ricordate il nano da giardino di monsieur Poulain, padre di Amélie, la protagonista del film Il favoloso mondo di Amélie? Girava il mondo – per modo di dire, ovviamente – facendo recapitare al legittimo proprietario curiose polaroid che lo ritraevano accanto ai monumenti più iconici di altrettanto iconiche città del mondo. Il più recente progetto di Andrew Whyte è un po’ diverso, ma non troppo: coinvolge un oggetto inanimato ma dalle sembianze quasi umane – in questo caso si tratta di un omino della Lego – che viene immortalato in giro per il mondo.

A differenza del nano di Poulaine, tuttavia, il Lego di Whyte non è un semplice soggetto fotografico: è un fotografo, anzi un “wildlife photographer”, e il suo corrispettivo umano Whyte con i suoi scatti ne documenta l’avventurosa carriera. Il progetto, che Whyte porta avanti da circa un anno,  si chiama Legography ed è a conti fatti una divertente sperimentazione di mobile-photography: gli scatti, infatti, vengono da sempre realizzati con un semplice iPhone (all’inizio era un 4s, oggi un 5s) e vengono poi caricati sulla pagina Facebook di Legography, con una breve descrizione. Il mini-fotografo Lego, al contrario di Whyte, non abbandona mai la sua macchina fotografica, che lo segue anche nelle situazioni più pericolose. Come l’incontro-scontro con una buccia di banana.

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