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Il Kashmir revoca il divieto di mandare sms (tanto tutti usavano WhatsApp)

Un divieto introdotto quattro anni fa e revocato questa settimana, quando ormai chiunque aveva trovato il modo di aggirarlo. La questione riguarda il più settentrionale degli stati dell’India, lo Jammu e Kashmir, dove dal 2010 (e fino a pochi giorni fa) i cittadini non potevano inviare sms utilizzando cellulari prepagati: la pratica di scambiarsi messaggi era stata accusata di contribuire alla diffusione di informazioni false, soprattutto in rapporto alle numerose proteste dei gruppi separatisti musulmani. Ad annunciare l’abolizione del divieto, probabilmente dovuta anche alla sconfitta registrata dal partito di maggioranza dello stato durante le recenti elezioni, è stato il chief minister Omar Abdullah su Twitter.

Senza ricordare, o forse facendo finta di dimenticare, che moltissimi abitanti del Kashmir utilizzano da tempo WhatsApp (in tutta l’India sono più di 50 milioni di persone). Per eludere il divieto alcuni hanno semplicemente acquistato i telefoni tramite abbonamento, ma in realtà il colpo più duro alla legge è arrivato dalla diffusione degli smartphone: su 900 milioni di cittadini indiani in possesso di un cellulare, il numero di persone che ha uno smartphone cresce ogni anno dell’89% e attualmente sono circa 51 milioni.

Nonostante il governo cerchi di scoraggiarne l’acquisto, ad esempio bloccando la connessione a Internet, la diffusione degli smartphone in India è un fenomeno crescente. E che, attraverso chat come WhatsApp, aiuta i cittadini ad aggirare la legge.

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