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Il Parmesan venduto negli Stati Uniti contiene pasta di legno?

La cellulosa è un additivo alimentare comune nel mercato dei formaggi, e il suo utilizzo fa parte del normale processo produttivo se rimane a un livello tra il 2 e il 4%, ha spiegato Dean Sommer, esperto di un centro di ricerca specializzato del Wisconsin, a Bloomberg News. Il media americano ha analizzato alcuni campioni di Parmesan, il nome con cui negli Stati Uniti ci si riferisce comunemente al formaggio da grattugiare tipo Parmigiano, svelando che le quantità di cellulosa, un elemento presente nella pasta di legno, presente nei prodotti della grande distribuzione spesso superano la soglia massima: la catena Jewel-Osco aveva un prodotto contenente l’8,8% di cellulosa, e Wal-Mart un altro con il 7,8%.

Secondo Arthur Schuman, primo importatore dei formaggi italiani in nord America, «il 20% della produzione americana ha un’etichetta sbagliata», ovvero mendace, scrive Bloomberg. Nonostante gli sforzi istituzionali intrapresi per arginare il fenomeno della vendita di prodotti di bassa qualità sotto denominazione Parmesan, nella grande distribuzione perdura la tendenza a marchiare in quel senso composti di mozzarella, fontina, cheddar e, per l’appunto, cellulosa. È stato il caso di Castle Cheese, azienda che fino al 2012 ha reclamizzato il suo «Parmesan 100 per cento reale» vendendo in realtà un prodotto composto come descritto. Bloomberg ha ottenuto i documenti dell’indagine della Food and Drug Administration americana, che questo mese porterà la titolare della Castle a processo. Il problema, però, è ancora lontano dall’essere risolto.