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Il compositore che ha ricevuto 16$ di royalty per oltre un milione di ascolti del suo pezzo

I servizi di streaming di musica online – in Italia alla ribalta grazie all’offerta di Spotify – sembrano aver fatto da pacieri nel tormentato rapporto tra appassionati di musica e titolari dei diritty di copyright discografici.
David Lowery, un ragazzo di vent’anni che è compositore e membro di una band di rock alternativo, i Cracker, sembra avere un parere molto diverso sull’argomento.

Le royalty pagate da questi servizi ai compositori dei pezzi sarebbero così basse da essere ridicole, sostiene Lowery. Per dimostrarlo, ha pubblicato sul blog The Trichordist la lista delle cifre incassate grazie ai diritti d’autore sulla canzone nell’ultimo quadrimestre: Spotify gli ha corrisposto 12 dollari per poco più di centomila ascolti, YouTube quasi 2 dollari e Pandora – una radio online progenitrice degli attuali servizi di webcast – la bellezza di 16 dollari. In quest’ultimo servizio, tuttavia, il dato degli ascolti superava quota 1.100.000.

«Sollecito tutti gli autori a postare le loro ricevute di royalty per mostrare al mondo quanto sono terribili le tariffe dello streaming su Internet per i compositori», ha scritto nel post, polemizzando con chi è convinto che questo modello di business arricchisca i musicisti. Eppure, anche prima delle lamentele di Lowery, sembrava già abbastanza chiaro il contrario.