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Quando le banconote da 500 e. ci salvarono

È opinione piuttosto diffusa che siano solo un aiutino alla criminalità organizzata e agli evasori: le banconote da 500 euro sono pezzi piuttosto rari e dalla fama discutibile; da molti ritenute inutili, da altri addirittura pericolosi. Si racconta che i mercati illegali sfruttino il foglio viola per far circolare denaro “sporco” più facilmente: più alto il valore di ogni pezzo, meno spazio occupa il denaro.

È dal 1996, anno in cui si cominciò a pensare alla loro creazione, che gli stati membri dell’Ue si lamentano dell’idea. Antti Heinonen, all’epoca responsabile della creazione delle banconote Euro per conto dell’Istituto Monetario Europeo, antesignano della Banca Centrale Europea, ha recentemente ricordato le lunghe discussioni con i rappresentati dei sei Paesi in cui tali tagli sarebbero circolati (Germania, Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Austria, Lussemburgo). Heinonen ha sempre cercato di calmare le proteste ricordando loro un potere nascosto di un taglio così grande: dare stabilità alla moneta durante una crisi economica.

Ed è proprio quello che i pezzi da 500 € hanno fatto nel 2008, nei mesi successivi al crollo di Lehman Brothers, inizio della crisi economica, quando la fiducia nelle banche crollò in molti Paesi – anche al di fuori dell’Ue – spingendo molte persone a ritirare i loro risparmi in contanti. «Senza il taglio da 500 € non ce l’avremmo fatta», ha spiegato Heinonen la scorsa settimana, ripreso dal Wall Street Journal, ricordando che c’era il rischio di rimanere a corto di banconote di un certo taglio più basso, cosa che avrebbe potuto scatenare un panico generale.

 

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