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Cassieri umani 1 – Cassieri robot 0

Fare il cassiere è un mestiere molto difficile, e il motivo lo spiega Farhad Manjoo sul Wall Street Journal. Il fatto che ai supermercati le casse automatiche – i computer a cui i clienti possono recarsi e passare da sé la merce sul lettore – non abbiano ancora grande successo deriva proprio da un problema di fondo, legato nientemeno che al rapporto tra esseri umani e robot.

In una recente ricerca pubblicata dagli economisti Frank Levy e Richard Murnane (pdf), gli autori hanno indagato il rapporto tra esseri umani e macchine, stabilendo che le seconde possono rimpiazzare i primi solo nei casi in cui soddisfano due criteri: innanzitutto, l’informazione utile allo svolgimento del compito dev’essere codificata in forma leggibile dal computer, e – come conseguenza – il lavoro dev’essere abbastanza ripetitivo da poter essere esprimibile in una serie di regole.

Le casse automatiche in uso in alcuni supermercati soddisfano il secondo requisito, ma non il primo: ad esempio, il computer non sa distinguere tra tutti i tipi di verdure in vendita, e il cliente è obbligato a inserire un codice di riferimento – cosa che invece alle casse tradizionali di norma fa il cassiere.

La soluzione ipotizzata dall’articolo potrebbe essere quella di fornire un’etichetta elettronica univoca a ogni prodotto presente sugli scaffali, che però è pressoché impercorribile, dato che consisterebbe in un’enorme rivoluzione logistica a fronte di un ritorno tutto tranne che accertato.

In sostanza, nonostante i rappresentanti delle aziende produttrici di casse automatiche parlino di velocità molto maggiori dei loro macchinari rispetto al personale umano (un sondaggio promosso da Ncr, leader nel settore, conferma questa tesi), le code alle casse tradizionali sembrerebbero capovolgere questo assunto. E, in un certo senso, suggerire che ci sono cose che i robot non sono ancora in grado di fare.