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Banksy a New York, tra gli agguati “nemici” e l’uragano Sandy

Banksy, noto e misterioso artista di strada inglese, in questi giorni è a New York, impegnato in un tour cittadino di un mese, “Better Out Than In”, durante il quale dipingerà un’opera al giorno sulle strade della città. Ogni lavoro finisce, come di regola, su un sito creato ad hoc, BanksyNY. Il suo arrivo in pompa magna ha attirato curiosi e gli inevitabili avversari – ci sono autori di graffiti, come Omar NYC (anche conosciuto come Swatch), che si sono già dati da fare per deturpare i suoi disegni – e l’attenzione dei media.

Nemmeno Nelson Saiers, un facoltoso manager di un fondo d’investimento del New Jersey, ha resistito al fascino del richiamo di avere Banksy in città. Sfruttando in pieno l’hype del momento, ha così deciso di volgerlo a fini benefici: sul sito HeyBanksy.com ha apertamente chiesto all’artista di creare un’opera dedicata alle vittime dell’uragano Sandy (che esattamente un anno fa colpì la costa orientale degli Stati Uniti). Come si legge sul sito messo in piedi da Saiers, «se sarai disposto a usare la tua arte per sensibilizzare la gente sui problemi delle persone colpite da Sandy, mi unirò volentieri a te sostenendole con una donazione di 100.000$ a un’organizzazione benefica di primo piano».

Aspettiamo la risposta dell’artista che, nel frattempo, si sta dando da fare in quel di NYC: l’altro ieri, al posto della sua opera d’arte quotidiana, ha pubblicato sul sito un video in cui due guerriglieri abbattono un oggetto volante – poi identificato come Dumbo, l’elefantino protagonista del celebre film d’animazione Disney, mentre le sue opere continuano a essere “modificate” (spesso rovinate o cancellate) da artisti di passaggio.

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