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Ashton Kutcher, Joe Paterno e twitter

A casa Kutcher twitter è sempre andato di moda. Demi Moore (@mrskutcher, questo il nome sul social network) ha (aveva?) il vizietto di condividere con i quattro milioni di followers sue foto in déshabillé o autoscatti realizzati davanti al lavandino indossando dubbi bikini leopardati – e occhiali sa sole indoor. Ashton (@aplusk), nonostante il divorzio in corso, non ha perso l’abilità della quasi ex moglie nel lanciare messaggi al web in 140 caratteri, e nemmeno l’inadeguatezza e la goffaggine nell’utilizzo di twitter.
Dopo il licenziamento da Penn State di Joe Paterno, storico coach novantenne e vincente come nessun altro, purtroppo coinvolto in sconvenienti storie di abusi su minori, il tweet di Ashton Kutcher è stato il seguente:

How do you fire Jo Pa? #insult #noclass as a hawkeye fan I find it in poor taste.

Evidentemente, non aveva approfondito le motivazioni del suo allontanamento dalla squadra di football che allenava da quasi dieci lustri, e da tifoso e fan di Paterno il sentimento dell’indignazione per la rottamazione del veterano aveva prevalso sulla lucidità. Nelle ore successive, lo sbadato Ashton si è dovuto difendere da orde di moralisti a loro volta più indignati per la leggerezza del suo commento, e lo ha fatto con un mea culpa divertente, reiterato e davvero caricaturale (U r right, I need 2b more responsible 4 my voice “@kaykaymour: maybe you should use your brain & get the facts b4 u tweet like an idiot”). La storia di Kutcher, e l’elenco dei messaggi in cui armato di tweet-cilicio si definisce un cretino e un ignorante, l’ha ricostruita il sempre ottimo Grantland.

“Google before you tweet” is the new “think before you speak”, diremmo noi.