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Anna Frank è stata battezzata mormona

Sì, anche se è morta da più di cinquant’anni. La notizia non è ancora ufficialmente confermata, ma pare che la famosa ragazzina tedesca autrice dell’omonimo diario e morta a Bergen-Belsen nel 1945 sia stata, in maniera postuma, battezzata dalla chiesa mormona.
Che i mormoni abbiano il vizietto di tentare di portare nel “loro” paradiso gli ebrei è storia che circola da qualche tempo: l’avevano fatto con i genitori di Simon Wiesenthal, il caleberrimo ex deportato e “nazi-hunter” che portò all’arresto di molti fedelissimi nazionalsocialisti (tra cui Eichmann) dopo la guerra. Rosa Wiesenthal, la madre, morì nel campo di Belzec, Polonia, nel ’42. Il padre Asher perse la vita durante la prima guerra mondiale, nel 1915. In questo caso, le scuse della comunità mormona sono arrivate tempestivamente di fronte allo sdegno ebraico.

Ma di conversioni postume ebraico-mormone, la storia è piena. Ma per quale motivo? Per dirla semplicemente, un modo facile per ingrassare la statistica degli adepti alla loro comunità. E dove trovare il maggior numero di nomi, cognomi, e dati anagrafici se non nei musei dell’olocausto? Per i mormoni il battesimo dei defunti è quasi un atto di benevolenza, o carità: nessuno, senza immersione nelle acque sante, potrebbe altrimenti entrare nel regno di Dio. Ma come immergere un defunto? Semplice, c’è un delegato, in carne e ossa, che ne fa le veci.

Eppure tra i battezzati celebri non ci sono soltanto vittime dell’olocausto: anche i carnefici sono ben accetti. Pare che anche Heinrich Himmler, Adolf Hitler  o Eva Braun siano stati immessi nei registri mormoni, anche se senza il permesso dell’autorità centrale (quindi poi, crediamo, cancellati). Lo stesso si è ripetuto con Anna Frank, pochi giorni fa. Un ex membro della chiesa, Helen Radkey, che ora investiga su questo apparentemente strano fenomeno, ha scoperto in un database il “nuovo certificato” della Frank (che vi mostriamo qui in alto), con la dicitura «completed» a fianco alle voci «baptism» e «confirmation» (pare che la cerimonia sia stata eseguita a Santo Domingo, oltretutto). Le proteste delle associazioni ebraiche non si sono attendere, anche perché quest’ultimo atto rappresenta l’ennesima violazione a un accordo stipulato nel 1995 tra le due fedi, che imponeva l’immediato stop a ogni tipo di battesimo postumo. Subito sono arrivate anche delle precisazioni da parte del portavoce motmone Michael Purdy: «The Church keeps its word and is absolutely firm in its commitment to not accept the names of Holocaust victims for proxy baptism», ha dichiarato all’Huffington Post. In tempo di campagna elettorale, per Mitt Romney la fede potrebbe essere il peggior nemico.