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Andare o non andare al funerale di Mubarak? Islamisti divisi

L’ex presidente Hosni Mubarak non è ancora morto… e già gli islamisti d’Egitto si dividono sulla possibilità di partecipare o meno al suo funerale.

Mubarak, 84 anni, dopo 30 anni di governo è stato deposto dalla rivoluzione di piazza Tahrir all’inizio del 2011. Arrestato e condannato all’ergastolo per avere ordinato di sparare contro i manifestanti, ha seguito il processo da una barella ospedaliera, causa l’avanzata età e le precarie condizioni di salute. All’inizio di questa settimana si è sparsa la voce (sulla cui veridicità sussistono dubbi, visto che non è la prima volta che rumour del genere circolano) che l’ex presidente sarebbe clinicamente morto, ma che continuerebbe a respirare grazie ai macchinari.

A questo punto per le forze islamiste, che il fu regime laico di Mubarak aveva duramente represso, si è creato un dilemma morale e politico: partecipare o non partecipare al funerale del nemico?

Alcuni esponenti islamisti ne hanno discusso con il quotidiano Egypt Independent:

“Non ci rallegriamo della morte di nessuno, perché un giorno tutti dovremo morire,” ha detto Mohamed Abdallah al-Khatib, una figura religiosa vicina ai Fratelli Musulmani, che ha anche dichiarato di essere disposto non solo ad andare al funerale ma anche a partecipare a una parata militare per l’ex presidente, se ci dovesse essere, “a patto che Mubarak muoia da musulmano.”

Di tutt’altro avviso, invece, lo sceicco Nabil Abdel Naeem, rappresentante di alto profilo della Jihad Islamica: “Non parteciperemo al funerale, né celebreremo dei riti per lui. E’ proibito perché era un peccatore e si è opposto all’Islam”