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Andare a morire su Marte

Lo studente di fisica britannico che intende lasciare una speciale eredità alla razza umana; il giovane dottore mozambicano che pensa che questo mondo non sia un buon posto per vivere, o almeno non più; la ragazza nata in Iraq, poi migrata negli Stati Uniti, che dice «non ho bisogno dell’amore». Sono tre dei candidati (inseriti nell’ultima shortlist) a prendere parte a Mars One, la prima missione di colonizzazione umana su Marte, pensata nel 2011 e progettata per partire nel 2025.

Mars One si è proposta di selezionare un team di quattro astronauti “dilettanti” attraverso una semplice bando (“Chi vuole andare su Marte?” – 200.000 candidature) e di mandarli in orbita dopo un addestramento di dieci anni. Il viaggio verso Marte durerà, secondo i calcoli, 7 mesi, mentre quello di ritorno, beh, quello di ritorno non ci sarà. L’unico modo per rendere il viaggio realizzabile a costi sostenibili (per modo di dire: si stima una spesa di 5 miliardi di Euro) è la formula sola andata: così i quattro pionieri non potranno mai tornare indietro, si imbarcheranno su una sorta di viaggio-suicidio.

In questo video realizzato dal Guardian conosciamo tre candidati. La domanda più frequente che il giornalista pone loro è a proposito del sesso e sull’astinenza: su Marte, infatti, non si potranno avere rapporti. Una delle tante piccole ma enormi micce psicologiche di una traversata spaziale unica. Non mancano risvolti più controversi: dalla volontà di ripagare parte dei costi attraverso la creazione di un reality che documenterà la colonizzazione umana del pianeta rosso, all’avvertimento del Massachussetts Institute of Technology: secondo i loro ultimi studi, i calcoli di Mars One sono sbagliati, e i coloni potrebbero sopravvivere soltanto per due mesi, prima di morire di asfissia a causa dell’ossigeno “rubato” dalle piante.