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Zadie Smith non vuole che sua figlia si guardi troppo allo specchio

“Le donne sono pazze a perdere tutto questo tempo per truccarsi”, è il titolo di un articolo uscito sul Times che parla di Zadie Smith e del suo parere sull’abitudine femminile di dedicare parte della propria routine quotidiana al make up. L’autrice di Denti bianchi confessa di essere rimasta molto turbata dalla vanità (o forse l’insicurezza?) di sua figlia di 7 anni e dichiara di averla convinta a limitare il tempo passato davanti allo specchio a soli 15 minuti. Una quantità di tempo irrisoria, considerato che ci troviamo nell’era dei tutorial (per un contouring fatto come si deve ci può volere anche mezz’ora) e del finto aspetto acqua e sapone (frutto in realtà di innovativi interventi chirurgici, fondotinta lussuosi, tatuaggi indelebili che colorano labbra e sopracciglia, allungamento delle ciglia).

Bisogna dire che Zadie Smith è una donna “oggettivamente bella”, dettaglio che fa apparire il suo commento un po’ fastidioso. Non solo, infatti, il momento del makeup può essere per una donna un rituale godibilissimo (è così rilassante conoscere il proprio viso e come un pittore dipingerlo con stratificazioni di creme, fondotinta, ombretti opalescenti, rossetti, mascara – forse lo stesso piacere che provano alcuni uomini facendo la barba). Spesso può anche aiutare a correggere i difetti, permettendo a una donna imperfetta di esporsi al mondo con una maggiore sicurezza di sé. Truccarsi non è soltanto un modo per esaltare una bellezza naturale (“sei più bella quando non ti trucchi”, dicono i fidanzati più irritanti) ma è anche un filtro, uno schermo che protegge dalla crudeltà degli sguardi.

A destare i commenti più acidi alla dichiarazione dell’autrice di Della bellezza è l’idea di limitare la libertà della giovanissima figlia. Il concetto di base delle affermazioni di Smith potrebbe ricordare un bellissimo passaggio del besteller 2016 The girls di Emma Cline o le riflessioni della protagonista dei romanzi di Elena Ferrante, in cui maschi e femmine vengono messi a confronto: in teoria, nel periodo della crescita e della trasformazione da bambini in adolescenti, le ragazze iniziano a ossessionarsi con il proprio aspetto e il desiderio di piacere mentre i maschi esplorano la realtà che li circonda e imparano cose nuove. «Mentre tu perdi tempo davanti allo specchio, tuo fratello si infila una maglietta bianca e va a scoprire il mondo», questo più o meno quello che Zadie Smith dice a sua figlia.