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Il Washington Post ha pubblicato un editoriale contro Amazon

Criticare la Silicon Valley, di questi tempi, è diventato sempre più mainstream. Eppure fa un certo effetto leggere che il Washington Post, il giornale di proprietà di Jeff Bezos, che è anche il proprietario di Amazon, ha pubblicato un editoriale contro Amazon. L’oggetto delle critiche era “Amazon Key,” il nuovo servizio per gli utenti Prime, per il momento abilitato solo in alcune città degli Usa, e che permette di consegnare i pacchi in casa anche quando non c’è il cliente, grazie a un kit composto da una telecamera e da una serratura “smart”. L’articolo è firmato da Christine Emba, una columnist abituale del quotidiano.

“Amazon Key” introduce un’opzione di delivery in-home, che consente al fattorino di entrare direttamente nelle case. Si istalla una serratura particolare, insomma smart, che può essere aperta da Amazon una volta identificata una consegna e l’identità del fattorino. Inoltre una “Cloud Cam” permette agli utenti di controllar lo mentre è nel loro appartamento in loro assenza. L’idea è di estendere questo modello a servizi di dog sitter e colf.

Emba rimprovera al colosso dell’e-commerce di avere dimostrato, con questo servizio, di essere scollato dalle esigenze delle persone reali: «Il modo di pensare degli innovatori della Silicon Valley è curioso. La maggior parte delle idee rientrano nella categoria di “cose che un uomo di 25 anni può ancora delegare a sua mamma”». Poi ci sono il problema della privacy e della sicurezza: «Sì, do importanza alle consegne facili, ma do più importanza alla mia sicurezza personale, dunque meglio prendersi la briga di essere a casa al momento giusto che rischiare di essere aggredita da uno sconosciuto».

Quanto al fatto che il suo giornale fa capo alla stessa persona che possiede anche Amazon, l’editorialista ci scherza su: «Il Washington Post è di proprietà del fondatore e Ceo di Amazon, Jeffrey P. Bezos», scrive in una nota. Per poi aggiungere: «JB, se per caso stai leggendo, sappi che sono un’utente prime».