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La storia del più grande cruciverba mai apparso sul New York Times

Venerdì scorso il New York Times Magazine, l’inserto domenicale patinato del quotidiano americano, ha annunciato una sorpresa per gli amanti dell’enigmistica: l’ultimo numero del 2016 avrebbe contenuto all’interno Puzzle Mania, un inserto speciale dedicato ai giochi con le parole. Tra le altre cose, le pagine speciali vendute ieri contenevano anche quello che è stato ribattezzato Super Mega, un enorme cruciverba che si estendeva su due pagine intere del giornale. Il Super Mega, come peraltro suggerito dal nome, è il crossword più grande e ambizioso mai pubblicato dal New York Times nella sua storia, con dimensioni di 50×50 cm e oltre 730 definizioni. The Verge ha provato a capire com’è nato.

Jake Silverstein, il responsabile del magazine, ha detto al sito di tecnologia che l’obiettivo primario di questi progetti è ripensare le possibilità della carta stampata, in un’epoca in cui il mondo dell’editoria si è accorto di non poterne fare a meno, e «avvantaggiarsi delle qualità tattili, estetiche e nostalgiche dell’inchiostro su carta». Il Super Mega, la cui risoluzione richiederà parecchi giorni nonostante la sua difficoltà media, è stato sviluppato da un’unica persona, Frank Longo, che di mestiere controlla definizioni e soluzioni dei cruciverba “normali” del Nyt.

«Non volevamo che fosse impossibile da terminare», ha commentato Silverstein con The Verge, «nella visione che abbiamo avuto le famiglie si sarebbero riunite a risolverlo insieme nelle vacanze natalizie». Il mega-cruciverba fa parte di una serie di progetti speciali del Times che continueranno nel corso del 2017, e di cui i lettori del cartaceo hanno avuto un assaggio con la pubblicazione di un estratto di The Underground Railroad, il romanzo vincitore del National Book Award di quest’anno: il trait d’union di queste iniziative, coordinate da una nuova figura, la special projects editor Caitlin Roper, è essere tutte rigorosamente print-only. Per cui, dice Silverstein, «le persone che hanno un abbonamento digitale dovranno scocciarsi e andare a comprarli in edicola».