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Le tre ricette più antiche del mondo e come sono state riscoperte

Anche gli antichi babilonesi, ovviamente, cucinavano: hanno lasciato anche un ricettario, una tavoletta cuneiforme che risale a 4mila anni fa e che contiene quella che potrebbe essere la ricetta più antica del mondo. Anzi, tecnicamente, tre ricette. Per anni la tavoletta in questione era rimasta in un museo, presso la Yale Babylonian Collection: a nessuno era venuto in mente di seguire quel ricettario millenario, fino a qualche mese fa, quando alcuni ricercatori di Yale e di Harvard hanno provato a cimentarsi con l’antica cucina mesopotamica. L’evento culinario si è svolto alla New York University lo scorso mese, ma un resoconto è stato pubblicato sul sito dell’università di Yale soltanto recentemente.

La squadra di ricercatori ha cucinato amorevolmente tre ricette, tutte stufati. Il primo era una ricetta vegetariana a base di porri e cipolle, con un nome interessante: “scioglimento” (unwinding, in inglese), che secondo una studiosa potrebbe essere stato chiamato così perché aiutava a sciogliere i nervi. Poi è stata la volta di una pietanza chiamata “tuh’i”, uno stufato a base di carne e barbabietole che viene definito come «un proto-borscht». Infine c’è il “brodo di agnello”, una sbobba a base di latte e carne ovina che a prima vista non ha per niente un bell’aspetto ma che, hanno assicurato i diretti interessati, è tutto sommato mangiabile.

Il quadro che ne emerge è quello di una cucina piuttosto pesante. All’operazione ha collaborato anche Nawal Nasrallah, una storica della cucina specializzata nella riscoperta di pietanze medievali. I ricercatori tendono a puntualizzare che, cucinando, hanno utilizzato una copia in 3D della tavoletta cuneiforme, dato che l’originale è di un valore inestimabile e il rischio di romperla trafficando con le pentole era alto.