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Perché continuiamo a usare le tastiere Qwerty?

Le parole che state leggendo sono state digitate su una tastiera Qwerty, il più comune schema per tastiere alfanumeriche, quello che troviamo sui nostri computer e cellulari. Per indagare i motivi che rendono questo schema il più utilizzato ancora oggi, l’autore di questo articolo della Bbc è partito dalla storia di Barbara Blackburn, una stenografa dell’Oregon che negli anni Novanta entrò nel Guinnes dei primati per l’incredibile velocità con cui le sue dita erano in grado di digitare le parole sulla tastiera. Blackburn (qui la si può vedere all’opera nel 1985, ospite di un giovanissimo David Letterman) non utilizzava una tastiera Qwerty ma una Dvorak, che secondo i suoi cultori è molto più facile, veloce e anche meno stancante perché richiede un minore movimento alle dita.

Oltre alla Dvorak, esistono altri tipi di tastiere che secondo gli esperti potrebbero permettere di scrivere molto più velocemente e con meno fatica. Per gli estimatori di questi schemi è difficile capire come la maggior parte delle persone possa continuare a farsi del male con il Qwerty. «Lo schema Qwerty è una schifezza che viene dal 1800 e non dovreste usarla: è dannoso per le mani», dice Alec Longstreth, illustratore invasato della Dvorak (ha addirittura creato una fanzine dedicata). E ancora «Usare la tastiera Qwerty è come correre con un paio di scarpe fatte di cemento».

Decretare quale sia il tipo di tastiera più comodo ed efficace, però, è davvero difficile. Lo dice anche Martin Krzywinski, l’inventore della tastiera più scomoda del mondo, la TNWMLC, definita da chi l’ha usata «una tortura per le dita». Nessuno l’ha mai usata, a parte uno stilista brasiliano che ne utilizzò lo schema per una linea di vestiti. Secondo Krzywinski l’uso della tastiera è troppo soggettivo perché si possa decidere qual è la migliore in assoluto. «Sarebbe come cercare di rispondere alla domanda: qual è la scarpa più comoda del mondo?». In realtà, spiega l’autore dell’articolo, il motivo per cui oggi utilizziamo la Qwerty non è perché la riteniamo perfetta. È più di una questione di abitudine: giunti a questo punto cambiare schema sarebbe troppo difficile e dispendioso.