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Il movimento che si batte per il diritto dei bambini a piangere negli spazi pubblici

In Giappone ben 13 politici si sono coalizzati per sostenere una causa insolita: il diritto dei bambini di piangere negli spazi pubblici. A quanto pare, come riporta Quartz, la cultura giapponese tende ad essere meno tollerante, rispetto ad altre, nei confronti dei bambini che piangono. Alcuni esempi: il governo ha faticato ad aprire un numero sufficiente di asili perché alcuni residenti hanno bloccato i progetti di costruzione a causa delle preoccupazioni legate al rumore creato dai bambini. Nel frattempo, nel mese di ottobre 2017, All Nippon Airways, una compagnia giapponese, ha condotto una ricerca per capire come impedire ai bambini di piangere durante il decollo e l’atterraggio.

Lo stigma verso i bambini che piangono colpisce più duramente le madri, in particolare quelle che lavorano, che non possono evitare di portare i loro bambini in spazi pubblici affollati, come metropolitane o aerei. Nel 2016, un gruppo di donne giapponesi ha iniziato una campagna chiamata “We Love Babies Project” che ha incoraggiato i giapponesi a indossare adesivi con le parole “Naitemo iiyo!” (“Piangere è ok!”) per rassicurare le mamme che una “maggioranza silenziosa” dei loro concittadini non si preoccupava del suono delle grida dei loro bambini. Nei primi giorni di giugno, 13 politici giapponesi hanno promesso il loro sostegno alla campagna, consolidando un cambiamento a livello di governo, guidato dal primo ministro Shinzo Abe, per rendere il Giappone una società più adatta alle famiglie.