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Parigi contro le consegne veloci di Amazon Prime Now

Ieri Amazon Prime Now, il servizio di consegne rapide (fino a un’ora dall’inserimento dell’ordine) di alimenti e prodotti della grande distribuzione arrivato a Milano lo scorso febbraio, ha iniziato ufficialmente a operare a Parigi. Nella capitale francese però non tutti sono contenti della novità: in un comunicato stampa del Mairie de Paris, il Comune di Parigi, il sindaco Anne Hidalgo dichiara che «nonostante questa operazione con ogni probabilità destabilizzerà seriamente l’equilibrio del commercio parigino, questa grande azienda americana ha creduto fosse opportuno informare il comune solo a pochi giorni dal lancio».

Gli amministratori di Parigi lamentano l’avviso tardivo dell’inizio delle operazioni di Amazon in città, arrivato soltanto quattro giorni fa, e dicono di voler lottare per «la salvaguardia dei negozi locali, la qualità della vita dei residenti, il livello di inquinamento generato dai veicoli e le policy di Amazon nel settore risorse umane». Naturalmente, un altro tasto su cui Hidalgo e i suoi collaboratori stanno battendo è quello di una presunta «concorrenza sleale» della società americana, cui chiedono di far fronte con iniziative legislative nazionali.

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Olivia Polski, una rappresentante dell’organismo comunale parigino che regola le attività commerciali, ha parlato con Politico Europe dello scontro con il gigante di Jeff Bezos: «Non siamo contrari all’innovazione; pensiamo solo che non sia giusto che Amazon non debba avere le stesse responsabilità sociali delle attività regolari. Ciò che sta facendo è interamente nuovo, e non è contemplato dalla nostra legge sulla competizione: per cui sì, ha senso pensare a nuove regole». Non è il primo caso di opposizione parigina ai grandi nomi dell’innovazione tecnologica americana: Uber e Airbnb, per citarne altri due, sono stati a loro volta oggetto di un’opposizione da parte del governo locale.