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Il verme che non fa sesso da 18 milioni di anni

Il caso Weinstein ha sollevato un polverone soprattutto per quanto riguarda il comportamento delle vittime. Meno, forse, ci si è concentrati sulla violenta insaziabilità del protagonista. Weinstein sta attualmente frequentando una sorta di rehab per la dipendenza da sesso, un disturbo sul quale sarebbe interessante riflettere, per conoscerne meglio le cause, i sintomi e le possibili cure. Nell’attesa che qualche esperto ci illumini, possiamo concentrarci per un momento su una creatura che di certo non corre il rischio di contrarre un disturbo del genere e che, dicono gli scienziati, potrebbe avere il potere di mettere in crisi una serie di nozioni scientifiche date per certe: il verme asessuato.

Ce ne parla Smithsonian, consentendoci almeno per qualche istante di immaginare un’esistenza completamente libera da questioni e problematiche legate all’istinto riproduttivo. Questo verme, semplicemente, non lo fa: non ne ha bisogno. Fondendo i suoi cromosomi, infatti, è in grado di clonarsi da solo mantenendo la possibilità di generare variazioni genetiche. Un piccolo miracolo, perché di solito, nel sistema evolutivo, il problema degli organismi asessuati è proprio questo: a differenza degli esseri viventi che si riproducono normalmente, mescolando i loro geni e quindi dando loro modo di evolversi, le specie asessuate non hanno la stessa possibilità di adattarsi velocemente alle mutazioni. Di solito, finiscono per estinguersi. Tutti tranne questo piccolo verme traslucido, nome scientifico Diploscapter pachys, che continua la sua pacifica vita sulla terra da 18 milioni di anni. La ricerca vera e propria è stata pubblicata su Current Biology.

Una delle domande che gli scienziati si sono posti è: perché un essere vivente dovrebbe fare lo sforzo di creare un proprio metodo di auto-riproduzione? «Il sesso è un processo biologico dispendioso», racconta Rae Ellen Bichel, reporter della Npr che ha indagato sull’argomento intervistando biologi e scienziati. «Gli organismi devono spendere tempo e energie nella competizione per trovare un compagno/a, e solo metà della popolazione è realmente in grado di creare nuovi organismi, limitando il potenziale evolutivo della specie. Se gli organismi asessuati riescono a trovare il modo di riprodursi da soli generando variazioni genetiche, come fa il Diploscapter pachys, si garantiscono quasi il doppio della media di nascite degli organismi sessuati, senza alcuno stress. Forse è per questo che Diploscapter pachys ha fatto questa scelta 18 milioni di anni fa».