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Il museo di Ikea ad Älmhult, in Svezia

Il 30 giugno prossimo aprirà i battenti l’Ikea Museum, una mostra permanente dedicata dal colosso dell’arredo e alle sue conquiste più significative. Il Guardian ha visitato gli spazi espositivi in anteprima, scoprendo un susseguirsi di stanze con pareti di cartone che ricreano l’arredamento Ikea che ha segnato l’interior design di un dato periodo: nello stand del 1984 si nota il divano Klippan, e in quello del ’77 la sedia Poem, poi diventata la celeberrima, molto diffusa Poäng.

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Gli oggetti del museo di provenienza più lontana nel tempo, in realtà, non hanno a che vedere con l’arredamento: il visitatore potrà osservare la vecchia scatola di sigari in cui il fondatore di Ikea – allora un servizio di spedizioni postali – Ingvar Kamprad teneva i proventi delle vendite del pesce che aveva pescato. Parlando di Kamprad, una parete della mostra titolata “Il mio più grande fiasco” è dedicata anche alle vecchie simpatie dell’ormai novantenne per il nazismo; in generale, tra i mobili di teak e di quercia, nel museo Ikea trovano spazio anche alcuni lati più controversi del gigante svedese.

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Ikea Museum sorge ad Älmhult, nella parte meridionale del Paese, sul sito della prima fabbrica della società, di cui il pavimento consumato è rimasto inalterato, tanto per immergere il visitatore in un’atmosfera d’altri tempi quanto per ribadire l’etica lavorativa di cui Ikea si fregia fin dalla sua fondazione. Älmhult, peraltro, nel tempo è diventata un tributo alla società di Kamprad: nella cittadina di 9 mila abitanti si trovano un albergo brandizzato (che accoglierà i turisti che accorreranno da ogni parte del mondo per visitare gli spazi del museo), una flotta di biciclette Ikea e addirittura una banca col riconoscibile logo giallo e blu. Chi deciderà di andarci per visitare il museo, potrà anche gustare le polpette köttbullar in un ristorante presente all’interno dell’edificio.

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Nelle immagini: gli stand, nell’ordine, degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, e campioni usati attualmente.