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400 miliardari chiedono di non abbassare le tasse ai ricchi

In questi giorni, con il leak dei Paradise Papers, si sta parlando molto di gente ricca che non vuole pagare le tasse, o che per lo meno cerca di pagarne il meno possibile e che per questo si rivolge ai paradisi fiscali. Ma come la mettiamo, invece, coi ricchi che insistono per pagare le tasse? La notizia è che in settimana 400 miliardari statunitensi manderanno una lettera al Congresso in cui chiederanno di non abbassare le tasse ai ricchi. La lista dei firmatari include George Soros, il magnate ungherese naturalizzato americano dalle note simpatie liberal, la designer Eileen Fisher, i due fondatori del marchio di gelato Ben & Jerry, Ben Cohen e Jerry Greenfield, e uno degli eredi della dinastia Rockefeller, Steven C. Rockefeller. (Il nome di Soros, in realtà, figura anche nei Paradise Papers)

ricchi

Il Washington Post ha anticipato alcuni dei contenuti della lettera durante il weekend: la lettera sostiene che tagliare le tasse ai più benestanti è «un errore» in un momento in cui il debito pubblico è ai massimi storici. Il Post aggiunge che, oltre ai nomi noti, tra i firmatari ci sono anche dei perfetti signor nessuno che però rientrano nella definizione statistica del cinque per cento più ricco della popolazione americana, ovvero avere possedimenti per 1,5 milioni di dollari o guadagnare più di 250 mila dollari l’anno. L’idea di tagliare le tasse ai ricchi è centrale nella visione economica di Trump; per questo la Camera bassa del Congresso, dominata dai Repubblicani, intende passare una riforma fiscale, chiamata “Tax Cuts and Jobs Act”, che beneficerà soprattutto i ricchissimi, e in particolare che ha un reddito annuo superiore ai 400 mila dollari (qui c’è uno spiegone di Vox che fa il punto).

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