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Il viaggio del New York Times nel Midwest di David Foster Wallace

Molti dei suoi lettori, ma magari non tutti, sanno che il Midwest in generale e l’Illinois in particolare sono i luoghi sia affettivamente che letterariamente più cari a David Foster Wallace. Sebbene infatti lo scrittore, morto nel 2008, abbia trascorso l’ultima parte della sua vita in California, dove insegnava al Pomona College, Wallace è non solo nato e cresciuto ma anche ritornato a vivere nel Midwest per un periodo centrale della sua vita particolarmente importante per la sua produzione. Cresciuto a Urbana, dove suo padre insegnava filosofia alla University of Illinois, da adulto trascorse dieci anni a Bloomington, come professore di scrittura creativa alla Illinois State University. Per Lynn Freehill-Maye che firma il reportage nella sezione “Travel” del New York Times, «trovare bellezza e sfumature in un paesaggio generalmente giudicato anonimo è una parte rilevante della scrittura di Wallace».

Il viaggio inizia da Champaign-Urbana, una città universitaria da 120.000 abitanti, dove i ragazzi di campagna «provano per la prima volta la pizza e i tacos». Qui si ferma a Blair Park, dove Wallace e il suo compagno di scuola, John Flygare, hanno insegnato tennis per cinque estati. La giornalista si sposta poi a Normal dove si può effettuar un tour guidato nei luoghi frequentati da Wallace ai tempi di Bloomington, una città costruita nata per essere deposito di una delle zone più fertili del Paese. È una zona conosciuta anche per essere battuta da venti fortissimi e tornado, fenomeno descritto e tematizzato nel famoso saggio sul tennis e la trigonometria. Sempre a Normal, la giornalista visita la nuova sede di Babbitt’s Books, che Wallace dichiarò a Traveler essere la sua libreria preferita.

Altri luoghi frequentati dallo scrittore e incontrati da Lynn Freehill-Maye sono il Coffeehouse & Deli, il Monical’s Pizza e il Silvercreek (quest’ultimo per cene più raffinate). La giornalista racconta anche di aver visitato la casa dove lo scrittore completò Infinite Jest, una semplice casa col patio e con giardino, a Woodrig Road, Bloomington, dove visse da solo, con la sua fidanzata Juliana Harms e poi di nuovo da solo. Scriveva in una stanza che poi dipinse completamente di nero: «Un cavallo trottava dietro il frangivento, una linea di salici sottili lungo il terreno. Si trova», scrive la giornalista, «nella posizione che i locali chiamano ” esca per i tornado”».