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A luglio esce il libro di Michiko Kakutani

A 63 anni, di cui quasi quaranta passati al New York Times dettando le sorti della letteratura in lingua inglese, Michiko Kakutani pubblica il suo primo libro (The Poet at the Piano, uscito nel 1988, raggruppava interviste già pubblicate, quindi non vale). Dopo le sue dimissioni, nell’estate del 2017, avevamo scritto un lungo ritratto per celebrare la carriera della critica letteraria, famosa per essere tra le persone meno mondane del pianeta, che ha contribuito all’affermazione di star come David Foster Wallace, Ian McEwan, Martin Amis e ha firmato anche diversi interventi politici su temi come la guerra in Iraq o, più recentemente, l’ascesa di Donald Trump.  Ai tempi delle sue dimissioni, si vociferava che il vero motivo per cui aveva lasciato il lavoro fosse dedicarsi completamente alla scrittura di una raccolta di saggi sulla situazione politica americana. Era tutto vero, scopriamo oggi: The Death Of Truth, questo il titolo, uscirà a luglio, ed è comparso sul sito della casa editrice PenguinChi l’ha già letto, lo considera «il trattato che definisce la nostra era».

Così lo presenta Penguin: «Viviamo in un’epoca in cui l’idea stessa della verità oggettiva viene derisa e sminuita dagli occupanti della Casa Bianca. Le teorie del complotto sono riemerse, la scienza è di nuovo in discussione, e la propaganda russa inonda i nostri schermi. La saggezza della folla ha usurpato la ricerca e l’esperienza, e siamo rimasti tutti aggrappati alle convinzioni che meglio confermano i nostri pregiudizi. In che modo, nell’America contemporanea, la verità è diventata una specie in via di estinzione? Michiko Kakutani, ha rivolto uno sguardo penetrante alle forze culturali che hanno contribuito a questa tempesta. Analizzando social media e letteratura, televisione, mondo accademico e politica, Kakutani identifica le tendenze – originate sia a destra che a sinistra  – che si sono combinate per elevare soggettività al di sopra di fattualità, scienza e valori comuni. L’autrice riporta le parole dei grandi critici dell’autoritarismo, scrittori come George Orwell e Hannah Arendt, il cui lavoro è tornato rilevante. Con notevole erudizione e intuizione, Kakutani offre una diagnosi provocatoria della nostra condizione attuale e propone nuove strade per i nostri tempi».