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Lego deve licenziare 1400 dipendenti

A giudicare dalle miriadi di bambini, genitori e ragazzi che il sabato pomeriggio affollano il Lego Store di Piazza San Babila a Milano (il più grande in Italia), non si direbbe. Soltanto l’anno scorso, l’azienda dei mattoncini colorati aveva realizzato il miglior fatturato di sempre: circa 5 miliardi di euro, la cifra più alta mai raggiunta dall’anno della sua fondazione, il 1932. Ma quest’anno Lego dichiara che è pronta a licenziare 1.400 dei suoi 18.200 dipendenti, la maggior parte dei quali verranno mandati via entro fine 2017. Cos’è successo?

Negli ultimi dieci anni l’azienda ha triplicato la forza lavoro e investito in modo davvero aggressivo, alimentando la crescita che l’ha portata in cima al mercato dei giocattoli. Con i 2,4 miliardi di dollari nel primo semestre, infatti, Lego si mantiene comunque al top della piramide, prima di Hasbro (1,8 miliardi) e Barbie di Mattel (1,7 miliardi). Ma rispetto all’anno scorso, le vendite, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, hanno subito un vero e proprio crollo. Come dimostra il grafico pubblicato da Quartz, tra gennaio e giugno Lego ha incassato molto meno: -3% di profitto netto e un calo del 5% nei risultati.

Prima del crollo, in previsione della crescita esponenziale delle vendite, Lego aveva intenzione di continuare a investire, soprattutto in Cina: una nuova fabbrica è stata aperta l’anno scorso a Jianxing per coprire il 70% della domanda del mercato. In programma c’erano anche impianti in Ungheria e Messico: avrebbero dovuto rifornire Europa e Stati Uniti ma, considerata la situazione, potrebbero non servire più.