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Dobbiamo prendere sul serio la rivendicazione dell’Isis su Las Vegas?

La rivendicazione dell’Isis va presa sul serio? A poche ore dalla strage di Las Vegas, dove un uomo ha aperto il fuoco su un concerto all’aperto, sparando dall’alto da una camera d’albergo, uccidendo 59 persone, lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità attraverso la sua agenzia di informazione, Amaq. Per il momento non esiste alcun elemento che faccia pensare che l’assassino, un sessantenne di nome Stephen Paddock, abbia mai avuto legami con l’organizzazione terrorista o che fosse motivato dall’estremismo islamico. Infatti la Fbi ha dichiarato di non credere che il massacro sia legato al terrorismo internazionale e i media americani hanno dato relativamente poco spazio alla dichiarazione di Amaq (inizialmente aveva ottenuto maggiore rilevanza sui media italiani). L’Isis sostiene che l’uomo si sarebbe convertito all’Islam recentemente, ma di questo non esistono conferme.

Questo allora significa che possiamo archiviare la rivendicazione come una balla totale? Non così in fretta, spiega Graeme Wood sull’Atlantic (Wood è anche l’autore di uno dei pezzi giornalistici più approfonditi e più letti sullo Stato islamico, “What Isis really wants”). La sua argomentazione, in pratica, è questa: per il momento, non abbiamo elementi che sostengono la versione dell’Isis, dunque potrebbe essere una menzogna; però sarebbe un caso raro, perché in genere quando lo Stato islamico rivendica un attentato ha qualche base per farlo, magari il terrorista in questione non era attivamente legato a loro però aveva giurato fedeltà al Califfato o era comunque spinto dal fanatismo religioso.

strage las vegas

«Sento un coro di dubbi molto familiare: lo Stato islamico, dicono «si prenderebbe il merito di qualsiasi cosa, persino degli uragani», scrive Wood. «In realtà l’idea che lo Stato islamico passi in rassegna le notizie, trovi una strage e poi vada in giro a vantarsi che sono stati loro è falsa». Il giornalista nota che «la grande maggioranza degli attacchi rivendicati dallo Stato islamico sono stati perpetrare da uomini che agivano in suo nome e che spesso lasciavano delle brevi dichiarazioni video dove esplicitavano le loro intenzioni».

Questo non significa che, nel caso di Las Vegas, la rivendicazione debba per forza essere credibile. Esistono altri casi di stragi rivendicate “a caso”, nota Wood, però si tratta dell’eccezione e non della regola. Una di queste riguarda proprio un casinò, il Resorts World di Manila, dato alle fiamme da un uomo distrutto dal gioco d’azzardo: l’Isis aveva dichiarato di essere responsabile e che l’uomo si era convertito all’Islam in segreto, ma poi s’è scoperto che entrambe le dichiarazioni erano prive di basi. In fin dei conti, dunque, saranno solo le indagini a confermare nei prossimi giorni se la dichiarazione dell’Isis ha delle basi o se è inventata di sana pianta. Se dovesse saltare fuori che lo Stato islamico s’è inventato tutto, conclude Wood, allora vorrebbe dire che ha perso di credibilità anche tra i terroristi.