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In Corea del Nord fumano quasi soltanto gli uomini

Il fumo ha una particolare rilevanza in Corea del nord: nello Stato dittatoriale retto da Kim Jong-un fumare sigarette è molto radicato nello stile di vita della popolazione locale, a tal punto che il regime si è affidato a un esperto dell’Organizzazione mondiale della sanità per fare in modo che i nordcoreani inizino a perdere il vizio. C’è stata, recentemente, anche la messa in onda di un programma tv di 40 minuti, una sorta di spot salutista commissionato dagli alti gerarchi del Paese. Nel video, le donne sgridano gli uomini per la loro malsana abitudine, costringendoli a spegnere la sigaretta.

Benjamin Young, esperto di cose nordcoreane alla George Washington University, ha spiegato a Mel che la questione ha molto a che vedere col basso prezzo a cui il tabacco è reperibile nella penisola nordcoreana, oltre a costituire uno dei pochi diversivi cui gli abitanti del luogo possono ricorrere con fini sociali e ricreativi. Lo Stato in realtà, dice Young, ha in atto una serie di leggi anti-fumo, ma i leader preferiscono far finta di nulla e non applicarle.

Una linea di divisione piuttosto netta è quella fra i generi: da una parte, più di metà degli uomini del Paese fumano, dall’altra, almeno ufficialmente, nessuna donna ha l’abitudine di accendersi una sigaretta (è così anche secondo un report dell’Oms risalente al 2012). Il motivo starebbe nelle tradizioni culturali della Corea del Nord, dove per una donna fumare è considerato quantomeno sconveniente. L’unica alternativa esistente riguarda le anziane che, con uno status sociale più elevato dovuto al loro ruolo nella società, possono concedersi qualche sigaretta.

Molta della passione per il fumare dei nordcoreani viene dall’iconografia ufficiale, dato che spesso nelle visite e nella propaganda Kim Jong-un e i suoi sodali sono ritratti a fumare sigarette.