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I 10 libri del 2016 secondo il New York Times

Gli editor del New York Times Book Review hanno selezionato i libri migliori dell’anno, a loro insindacabile giudizio. Il primo titolo mostrato dall’articolo è The Association of Small Bombs di Karan Mahajan, finalista al National Book Award: definito «intelligente, devastante e imprevedibile», il romanzo segue le vicende di un gruppo di persone coinvolte in un attentato dei terroristi del Kashmir a Delhi. C’è poi The North Water, in cui Ian McGuire descrive le vicende di un chirurgo irlandese che nell’Ottocento incontra uno psicopatico a bordo di una baleniera, seguito dal celebrato The Underground Railroad di Colson Whitehead, secondo il Times «un romanzo coraggioso, necessario che immagina uno schiavo che scappa verso il nord letteralmente usando un underground railroad», una ferrovia sotterranea.

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Al quarto posto, The Vegetarian (in Italia è uscito con Adelphi come La vegetariana) di Han Kang, la storia di «un’ordinaria casalinga» che diventa vegetariana «dopo un terribile sogno». E poi War and Turpentine di Stefan Hertmans, (Guerra e trementina, nella versione di Marsilio) che scrive «con un’eloquenza che ricorda W.G. Sebald» dei luoghi che hanno segnato la vita di suo nonno, un pittore belga che aveva combattuto la Prima guerra mondiale. Quindi, At the Existentialist Café: Freedom, Being, and Apricot Cocktails (qui l’ha pubblicato l’editore Fazi come Al caffè degli esistenzialisti: Libertà, Essere e Cocktail) di Sarah Bakewell, già autrice del saggio Montaigne. L’arte di vivere (anch’esso Fazi): si tratta di «un libro molto lucido» che restituisce un ritratto delle vite e il pensiero di alcuni dei pensatori più importanti della storia moderna: Sartre, Beauvoir, Camus, Jaspers, Merleau-Ponty, Heidegger.

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Gli ultimi quattro titoli scelti dal New York Times sono: Dark Money: The Hidden History of the Billionaires Behind the Rise of the Radical Right, una lunga inchiesta su come i fratelli Charles e David Koch hanno cambiato le forze in campo nella politica americana; Evicted: Poverty and Profit in the American City di Matthew Desmond, un viaggio nel poverissimo North Side di Milwaukee, e soprattutto nel dramma degli sfratti. In the Darkroom di Susan Faludi è un altro titolo di nonfiction: l’autrice racconta come si è riavvicinata all’anziano e violento padre dopo che l’uomo decise di cambiare sesso, nel 2004. Per finire, il quotidiano statunitense sceglie The Return: Fathers, Sons and the Land in Between di Hisham Matar; il padre di Matar, Jaballa, uno dei più critici oppositori della dittatura di Gheddafi, era stato rapito in esilio, nel 1990, e riportato in Libia, dove sparì in circostanze misteriose sei anni dopo. Hisham è ritornato nel suo Paese d’origine nel 2012, e ha scritto un’opera che parla di dittature, dolore privato e arte.

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Foto in evidenza Rebecca Mock/New York Times