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La vedova di Hunter Thompson metterà in commercio l’erba del marito

Hunter S. Thompson è morto il 20 febbraio del 2005 nella sua fattoria in Colorado, sparandosi alla testa. Aveva 67 anni e da tempo soffriva di disturbi di salute, e più di recente di una forma di depressione, che si univa a una visione personale della vita che non poteva che scontrarsi con la sua incipiente vecchiaia. Quando ha premuto il grilletto era al telefono con la seconda moglie Anita, di trentacinque anni più giovane, a cui ha lasciato anche un messaggio che diceva:

No More Games. No More Bombs. No More Walking. No More Fun. No More Swimming. 67. That is 17 years past 50. 17 more than I needed or wanted. Boring. I am always bitchy. No Fun — for anybody. 67. You are getting Greedy. Act your (old) age. Relax — This won’t hurt.

Negli anni, Anita Thompson ha firmato e partecipato a diverse produzioni incentrate sul marito – tra cui spicca The Gonzo Way, il libro bestseller del 2007 in cui celebra l’inventore dell’omonimo e famoso stile giornalistico – ma quella che ha appena annunciato ha qualcosa di diverso. Parlando col quotidiano locale Aspen Times del futuro della Owl Farm thompsoniana, Anita ha detto di aver intenzione di lanciare sul mercato una marca di marijuana «per fini ricreativi», sintetizzata a partire dalle scorte del marito.

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La signora Thompson, dopo la morte di Hunter, ha dichiarato di aver messo da parte per più di un decennio sei varietà di erba tra quelle abitualmente fumate dal coniuge, e di aver trovato un «metodo legale per estrarre il dna dall’hashish e la marijuana personali di Hunter». Forse per targetizzare ulteriormente i fan di Paura e delirio a Las Vegas, il brand in principio di avviamento si chiamerà Gonzo, e verrà venduto in tutti gli Stati in cui il consumo ricreativo di erba è legale (il Colorado è tra questi, dal 2012).