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Nel futuro le allergie stagionali saranno sempre peggiori

Se conoscete quella sensazione di prurito e fastidio unito a starnuti e gonfiore degli occhi, siete affetti dalle allergie stagionali, così comuni da colpire una persona su cinque. La notizia, spiegata da The Verge in un articolo, è che nel futuro le condizioni degli allergici non miglioreranno, a causa del riscaldamento climatico: temperature più alte garantiranno stagioni di fioritura più lunghe, e presenze più massicce di CO2 potrebbero aiutare alberi e piante a crescere di più, e più velocemente: quindi, più pollini e più antistaminici.

First Day Of Spring Arrives In AustraliaIn particolare, dato che le piante traggono le loro capacità vitali dalla fotosintesi, e quest’ultima avviene tramite l’assorbimento di anidride carbonica, l’aumento verticale della produzione di anidride carbonica significa più nutrimento per le piante, che possono crescere di più e produrre più pollini, gli organismi alla base della loro riproduzione che nei soggetti allergici sono riconosciuti come sostanze dannose. In alcune zone, come la Danimarca e la Svizzera, è stata notata una correlazione diretta tra la fioritura primaverile di alcuni alberi e l’aumento della loro produzione di polline, ad esempio. E altri studi hanno trovato che piante di betulla cresciute in ambienti più caldi producevano maggiormente una proteina specifica che è mal sopportata dagli affetti da allergie stagionali.

Nei prossimi anni, tuttavia, sono a rischio soprattutto gli allergici all’ambrosia: la pianta dalla fioritura autunnale, tra le prime responsabili della febbre da fieno, ha stupito i ricercatori che l’avevano fatta crescere in un serraglio con alti livelli di CO2 producendo sensibilmente più polline. In Europa, un team dell’Università di Vienna capeggiato da Michelle Epstein pensa che entro il 2060 la popolazione europea che soffre di allergie stagionali sarà addoppiata, raggiungendo la cifra record di 77 milioni di persone.