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Perché le donne portano i tacchi nei film d’azione

Perché le donne nei film indossano sempre i tacchi, anche nelle situazioni che sarebbero meno adatte per farlo? È una domanda che si è posta Megan Garner, giornalista di The Atlantic, dopo aver visto Inferno di Ron Howard, in cui Felicity Jones interpreta Sienna Brooks, una ex bambina prodigio che aiuta Tom Hanks/Robert Langdon a risolvere gli ultimi misteri della saga di Dan Brown.

Il film inizia in un ospedale, dove Langdon si sta riprendendo dopo essere stato colpito da un proiettile: lei lo assiste vestita da infermiera e con indosso un paio di scarpe col tacco. Poi, quando torna nel suo appartamento, decide di cambiarsi e fa una scelta discutibile: una camicia di seta bianca e un paio di Ferragamo. Come nota Garner, questa è una tendenza presente in moltissimi film: cita, ad esempio, Claire Dearing di Jurassic World e Annie Walker di Covert Affairs. Ma ce ne sono molte altre: basta pensare a Carrie Bradshaw che cammina per Manhattan o Eva Longoria che in Desperate Housewives taglia l’erba del prato con un vestito da sera e tacchi altissimi.

«Inferno è certamente assurdo, ma la cosa più ridicola rimangono sempre le scarpe», ha scritto Garner, che ricorda poi come più avanti nel film compaia anche un’altra figura femminile, Elizabeth Sinskey, che insieme a Sienna si mette a correre per Venezia e Istanbul con scarpe, ovviamente, assolutamente poco indicate per l’occasione.

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Secondo Garner questo potrebbe essere dipeso dal fatto che il costumista del film è un uomo, così come lo sono il regista e sette produttori, ma c’è sicuramente dell’altro. In primis il cliché del tacco utilizzato come arma (basta pensare alla morte di Suzuki in True Blood) e poi al valore simbolico che gli viene attribuito, come un punto di congiunzione tra femminilità e femminismo. Proprio per questo, ad esempio, Bryce Dallas Howard (figlia di Ron, tra l’altro), che ha interpretato Claire in Jurassic World, ha detto di aver chiesto lei di portare sempre i tacchi come accessorio di matrice femminista: «Sembravano essere un grosso handicap, e invece si sono dimostrati la forza del personaggio», ha detto. In realtà, come scrive Garner, nonostante il suo intento fosse nobile, nella realtà è passato un messaggio completamente opposto, che ha portato a uno stupore generale e a una sorta di passo indietro da parte del regista Colin Trevorrow, che non credeva di poter suscitare tante polemiche.