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Cosa significa essere italiana, secondo Elena Ferrante

Elena Ferrante, come in molti sanno, ha una rubrica settimanale sul Guardian: inaugurata a metà gennaio, è una breve column scritta in prima persona che esce ogni fine settimana nel Guardian Weekend, e dove la scrittrice napoletana affronta i temi più disparati vicini alla sua esperienza personale, dalle paure quotidiane alla fede nell’aldilà, passando per il significato dello scrivere. Potete trovare tutte le puntate qui. Lo scorso fine settimana, Elena Ferrante ha scritto invece di cosa significa essere italiana, almeno dal suo punto di vista. Per l’autrice, essere italiana non è una questione di patriottismo e neppure di un’identificazione con certe abitudini o gusti tipicamente italiani: è, sostiene, un’appartenenza prevalentemente linguistica.

Elena Ferrante racconta di «non avere alcuno spirito patriottico» e di sentirsi a disagio davanti a qualsiasi forma di nazionalismo. Nonostante la sua italianità poi, non digerisce la pizza, mangia raramente gli spaghetti, non parla a un tono di voce alto e, soprattutto, non gesticola: «Essere italiana, per me, inizia e finisce con il fatto che io parlo e scrivo nella lingua italiana». La scrittrice spiega di essere «completamente e orgogliosamente italiana» ma anche che, se potesse, vorrebbe fare sue tutte le lingue del mondo. «I miei unici eroi sono i traduttori», scrive, perché «i traduttori trasportano le nazioni in altre nazioni». Potete leggere l’intera column qui.