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In Corea del Sud stanno progettando dei robot killer

Lo scenario apocalittico di Terminator potrebbe non essere più fantascienza. Lo scorso 20 febbraio il Korea Advanced Institute of Science and Technology ha aperto un centro di ricerca sull’intelligenza artificiale in collaborazione con Hanwka Systems, un grande produttore di armi per la difesa. Sung-Chul Shin, presidente del KAIST, aveva affermato che il laboratorio sarebbe servito a «fornire le basi per lo sviluppo di una tecnologia di difesa nazionale». L’annuncio ufficiale della collaborazione, rimosso dal sito del KAIST, parlava anche di «sistemi decisionali e di comando basati sull’intelligenza artificiale, algoritmi per la navigazione di veicoli sottomarini su grande scala» e altre tecnologie di protezione. Da allora, si è gridato ai “robot killer”.

Secondo quanto riportato dal Guardian, gli esperti di intelligenza artificiale di più di 20 Paesi si sono schierati contro l’Istituto, preoccupati per gli sviluppi bellici del progetto. Più di 50 accademici hanno recentemente firmato una lettera aperta di boicottaggio del laboratorio, il cui promotore è Toby Walsh, professore all’Università del New South Wales. «Dichiarare apertamente lo scopo di sviluppare armi autonome e avere un partner come questo suscita grande preoccupazione», ha detto Walsh. Il boicottaggio arriva subito prima del convegno per le Nazioni Unite a Ginevra, dove la prossima settimana si discuterà sulle armi tecnologiche.

La ricerca del KAIST è tenuta in considerazione da molti Paesi per l’alto livello di innovazione sull’AI in diversi campi. Nonostante uno schieramento internazionale contro questa ricerca potrebbe essere significativo, ha detto The Verge, alcuni esperti ravvisano l’inevitabilità dello sviluppo tecnologico anche nel campo bellico. Walsh vede però nel crescente utilizzo di AI un potenziale rischio per la stessa Corea del Sud: «Se queste armi verranno prodotte ovunque, spunteranno sicuramente anche in Corea del Nord, dove non si faranno scrupoli di utilizzarle contro il Sud», ha detto il professore.