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Come nasce un finale a sorpresa di Black Mirror

In occasione dell’uscita della terza stagione, disponibile su Netflix a partire dal 21 ottobre, i creatori di Black Mirror hanno rivelato alcuni retroscena sulle stagioni precedenti della celebre serie, uno dei migliori prodotti televisivi di ambientazione distopica. In una recente intervista a Variety infatti Charlie Brooker, lo sceneggiatore e produttore televisivo britannico che ha creato lo show e scritto alcuni degli episodi, ha raccontato com’è nato uno dei finali più sorprendenti della serie, le cui puntate sono auto-conclusive. Ah, spoiler alert per chi non ha ancora visto la seconda stagione: se non l’avete guardata e desiderate farlo, fermatevi qui.

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“White Bear,” il secondo episodio della seconda stagione di Black Mirror, andato in onda per la prima volta su Channel 4 (Gran Bretagna) nel febbraio del 2013, è ambientato in un mondo dove, a causa di un misterioso segnale, la maggior parte degli esseri umani sono diventati individui abulici, incapaci di reagire anche davanti alle mostruosità peggiori, ma spinti da qualche impulso a fotografare compulsivamente tutto ciò che vedono: da questa sindrome non sono però toccati gli psicopatici, che anzi ne approfittano compiendo ogni sorta di violenza nella totale impunità. La protagonista dell’episodio è una giovane donna che si sveglia una mattina senza ricordare nulla, e che trovandosi improvvisamente in questa distopia cerca di attraversare la città, ormai completamente in mano a sadici criminali, alla ricerca di un posto sicuro.

L’ambientazione e la trama sembrano un evidente riferimento all’età dei social media, che secondo alcuni alimentano l’ansia di documentare ogni cosa ma che rischiano anche di desensibilizzare il pubblico. Alla fine della puntata si scopre però che era tutta una messa in scena, realizzata da attori. La protagonista è colpevole di un orrendo crimine, avere filmato il fidanzato mentre uccideva una bambina piccola, e un tribunale l’ha condannata a rivivere ogni giorno la stessa vicenda, in un mondo da incubo: ogni sera viene drogata in modo tale da perdere la memoria, poi ogni mattina si risveglia per rivivere la propria condanna.

Questo finale però non era quello originariamente concepito: nella sua stesura iniziale “White Bear” avrebbe dovuto concludersi con una crocifissione, ha rivelato Brooker nell’intervista a Variety. La puntata era già scritta e finita, quando il creatore dello show stava viaggiando negli Usa alla ricerca delle location dove girare. Mentre stava visitando un’ex base militare, di fatto una cittadina con tanto di abitazioni e benzinai circondata da un recinto di filo spinato, gli è venuta l’idea di cambiare il finale: «Sono tornato a casa di colpo e, come in uno stato febbrile, ho cambiato la sceneggiatura», ha raccontato. Per poi aggiungere: «Non mi è mai capitato di modificare una sceneggiatura così in là nella fase di produzione».