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Chi ha speso 100 dollari in Bitcoin nel 2010 ora ha 75 milioni

Ieri si è celebrato ciò che gli appassionati e gli insider della cripto-valuta Bitcoin chiamano il Bitcoin Pizza Day: il 22 maggio del 2010 il programmatore Laszlo Hanyecz chiese a un altro early adopter della moneta di accettare 10 mila dei suoi Bitcoin in cambio di due pizze della catena Papa John’s. Hanyecz al tempo stimava che i suoi Bitcoin – che aveva ottenuto con l’attività di mining, cioè dedicandosi a lavorare all’infrastruttura digitale della neonata rete – valessero tre centesimi ognuno, per cui pagò quelle due pizze l’equivalente di 30 dollari. Oggi quello stesso ammontare di cripto-valuta varrebbe infinitamente di più, come spiega un articolo apparso sul sito di Cnbc.

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Lunedì, in concomitanza con la ricorrenza celebrata dai fan, i Bitcoin hanno varcato la quota 2 mila, ovvero il valore di 2 mila dollari per ogni singolo Bitcoin, e addirittura a metà mattinata venivano scambiati alla cifra record di 2,251.61 dollari per Bitcoin. Facendo due rapidi calcoli con Cnbc, questo significa che in quel momento chi avesse speso cento dollari in Bitcoin nel 2010, si sarebbe trovato in tasca 75 milioni di dollari.

Le ragioni dietro al ritrovato grande successo di Bitcoin sono molteplici: da una parte il Giappone ha appena passato una legge che permette ufficialmente gli scambi nella valuta più legata all’immaginario del dark web, causando un’impennata delle compravendite in yen; dall’altra, l’instabilità politica globale di questi tempi ha iniziato a far guardare ai Bitcoin come a una sorta di rifugio intoccabile, un asset in cui poter investire i propri risparmi senza troppe preoccupazioni.

Immagini Getty Images